Dal Tirocinio Al Praticantato

Di: admin

Milano, 2 febbraio 2012. C’è la neve e con M. Bufi e G. Martano entriamo in Consob, in via Broletto a Milano. Durante l’incontro, tra i vari temi riusciamo a spiegare la nostra proposta di accesso alla professione, basata su 3 passaggi: tirocinio curriculare universitario, come previsto dalla riforma dell’Università del 1999, con i CF senior da iscrivere nei dipartimenti universitari d’interesse per diventare tutor, al fine di consentire agli studenti di avvicinarsi e conoscere la professione (una sorta di preselezione); supporto per il superamento dell’esame per l’iscrizione all’Albo (allora APF, diventato poi OCF); praticantato post iscrizione, per favorire l’avviamento nella professione dei nuovi CF, avvicinando la nostra professione a quelle ordinistiche. il commento a caldo è molto positivo, ma la risposta arriva un paio di mesi dopo: progetto decisamente valido, ma che supera i poteri regolamentari dell’Autorità italiana. Ci sarebbe bisogno di un intervento normativo di livello superiore e quindi una successiva condivisione di progetto con gli intermediari, parte direttamente interessata a favorire il ricambio generazionale della professione.

Quando Esma, qualche anno dopo, inserì nella regolamentazione in applicazione di MiFID2 il praticantato (proponendolo addirittura per 5 anni, ricordo un titolone del Sole 24Ore), ho immaginato una connessione tra la nostra proposta e la determina dell’Autorità europea (di cui venne corretto il tiro sulla durata mediante consultazione). Mentre Consob recepiva e svuotava il supervisore dal suo ruolo commerciale, dando a questa definizione una funzione di controllo e responsabilità effettivi, OCF creava i supporti digitali per aiutare i neofiti nella preparazione all’esame per l’iscrizione all’Albo. I passaggi 2 e 3 della nostra proposta erano diventati realtà, con un intervento superiore (Esma), come osservato da Consob nei nostri colloqui menzionati.

Va sottolineato che le Autorità competenti, in particolare dopo le Direttive MiFID del 2004 e 2014, hanno sempre spinto per una maggiore professionalizzazione evolutiva del nostro settore, dato che la materia che trattiamo è tecnicamente e socialmente molto delicata. Non a caso, è stato prevista nel Reg. Intermediari (art. 78) una gradualità della durata minima del praticantato basata sui titoli di studio, come chiesto dalla maggioranza dei CF nell’ultimo decennio. Il vero praticantato rappresenta un punto di avvicinamento importante e qualificante per la professione ad altre già ampiamente riconosciute, pur nella novità da noi raffigurata. Non comprenderlo è un grave errore strategico.

Comunque, al completamento del processo manca ancora, però, il primo tassello. Personalmente, ho svolto funzione di tutor per motivi extra-professionali, in collaborazione con l’Università di Udine, per oltre 12 anni. Ho potuto constatare come la figura del consulente finanziario fosse l’unica grande assente tra le migliaia di convenzioni che, in quell’ateneo come in altri, erano siglate praticamente con tutti i tipi di professioni, attività industriali, commerciali e di servizi esistenti. Una lacuna inconcepibile. Ancora oggi, pochi colleghi e colleghe sono riusciti in Italia a sviluppare eccezionalmente iniziative di questo tipo, supportati dal Centro Studi Anasf. Spesso mi domando: come facciamo ad andare a raccontare la nostra professione, come Anasf (Career Days) e come intermediari (con conferenze nei vari Dipartimenti), se non possiamo farla conoscere concretamente, come tutte le altre?

La risposta è semplice. Sono necessarie due cose: la prima è che i CF dimostrino la maturità e consapevolezza della responsabilità di dover essere parte in causa nel far proseguire la professione oltre sé stessi, diventando tutor assieme ai docenti dei giovani che verranno, e/o per essere supervisori di chi inizia il proprio percorso professionale; la seconda, che gli intermediari investano seriamente nella prosecuzione del loro business sostenendo economicamente in modo efficace questo processo, nell’ottica di una sempre maggiore professionalizzazione del settore, anche a fronte di ulteriori evoluzioni normative. Anasf, intanto, sta portando avanti proposte legislative di incentivazione e supporto. Ma tutti dovremo fare di più.

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